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Agnelli, Umberto.

Industriale italiano. Nipote del fondatore della FIAT Giovanni, ultimo dei sette figli di Edoardo e della principessa Virginia Bourbon del Monte, conseguita la laurea in Legge, ebbe il primo incarico di responsabilità nel 1956, ricoprendo il ruolo di presidente della Juventus fino al 1962. Nel 1959 si sposò con Antonella Bechi Piaggio, da cui ebbe il figlio Giovanni Alberto (1965-1997). Dal 1959 al 1961 fu alla guida della FIGC. Divenuto presidente della compagnia assicuratrice SAI (1962), della FIAT France (1965) e della Simca Industrie (1970), dal 1968 si affiancò al fratello Gianni nella conduzione della FIAT: in veste di amministratore delegato (1970-79), si impegnò nella riorganizzazione dell'azienda di famiglia e nell'avvio di nuovi metodi di gestione e creò l'ISVOR, l'Istituto per lo Sviluppo Organizzativo. Nel 1970 fu nominato anche presidente della Lancia, della Sava e della Piaggio. Nel 1974, dopo aver divorziato dalla moglie, sposò Allegra Caracciolo di Castagneto (cugina di Marella, la moglie di Gianni), da cui ebbe i figli Andrea (n. 1976) e Anna (n. 1977). Impegnatosi politicamente, dal 1976 al 1979 fu senatore nelle liste della Democrazia Cristiana. Pur ricoprendo la carica di vicepresidente della FIAT dal 1979 al 1993, con la nomina di Cesare Romiti ad amministratore delegato del colosso torinese (1976) A. ricoprì progressivamente un ruolo di secondo piano nell'azienda di famiglia, fino alla rinuncia agli incarichi operativi (1980) e all'estromissione definitiva (1998). Nel 1993 assunse la responsabilità operativa di IFI (Istituto Finanziario Industriale S.p.A.) - attraverso cui trasformò la Juventus in una moderna società quotata con importanti progetti di investimento - e della holding operativa del Gruppo Agnelli IFIL, impegnandosi a potenziarle. Contemporaneamente gestì vaste relazioni internazionali: fu presidente dell'Associazione dei Costruttori Europei di Auto (ACEA), del gruppo di lavoro per le infrastrutture della round table europea, del comitato promotore della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, della Fondazione Italia-Giappone. Tornato alla FIAT nel gennaio 2003 dopo la morte del fratello Gianni, fu nominato presidente della Giovanni Agnelli & C., cassaforte di tutte le partecipazioni della famiglia (Losanna 1934 - Torino 2004).